L’Agenzia Nazionale in Angola per illustrare il modello italiano

Data:
26 Aprile 2023

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La scorsa settimana, dal 18 al 20 aprile, si sono tenute a Luanda, in Angola, le attività di formazione dedicate alla gestione dei beni sequestrati e confiscati realizzate nel contesto del progetto PRO.REACT, programma ideato da UNODC, l’Ufficio delle Nazioni Unite sulla Droga e il Crimine che si occupa di lotta alla droga e criminalità internazionale. Il progetto, finanziato dall’Unione Europea, è stato avviato nel dicembre 2021, ha una durata triennale ed è stato concepito, tra l’altro, con l’obiettivo di consolidare il sistema angolano di confisca e gestione dei beni confiscati. A tale iniziativa è stata invitata a partecipare anche l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) in rappresentanza della quale è intervenuto il Generale Fernando Verdolotti, Direttore Generale Aziende e Beni Aziendali sequestrati e confiscati, accompagnato da un Funzionario dell’ANBSC, mentre per il Ministero della Giustizia era presente, il Dott. Simone Petralia, magistrato della Corte d’Appello di Caltanissetta.

Destinatari degli incontri sono stati Magistrati, Dirigenti e Funzionari delle agenzie angolane ai quali sono state illustrate le best practices dell’esperienza italiana di gestione e destinazione dei beni e delle aziende confiscate con un particolare focus sul modello italiano di riutilizzo sociale.

 Il modello angolano è attualmente caratterizzato dalla presenza di numerose amministrazioni che autonomamente si occupano di beni confiscati e l’obiettivo delle Nazioni Unite, nell’ideare il progetto, è stato quello di favorire un cambiamento della normativa angolana che vada verso la creazione di un sistema di gestione dei beni confiscati uniforme ed armonizzato agli standard internazionali che possibilmente conduca all’istituzione di un’unità di riferimento che accentri queste competenze, individuando nel sistema italiano un esempio virtuoso.

L’interesse dei partecipanti nei confronti della normativa italiana e della struttura italiana dell’ANBSC è stato, come di consueto, particolarmente elevato ed ha rappresentato un’ulteriore conferma dell’interesse internazionale verso il modello italiano di gestione, destinazione e riutilizzo sociale dei beni confiscati.