Si è tenuta ieri presso la Prefettura di Reggio Emilia una Conferenza di Servizi istruttoria finalizzata a raccogliere le manifestazioni di interesse ad acquisire beni immobili confiscati alla criminalità organizzata.
Sono stati portati all’attenzione dei potenziali destinatari 62 beni, insistenti nei territori delle Province di Reggio Emilia e Parma confiscati in cinque procedimenti ablatori, di cui uno penale – il processo Aemilia – e quattro di prevenzione, emessi nei confronti di noti esponenti della ‘ndrangheta, trapiantati da tempo in Emilia ove avevano stabilito il baricentro dei loro interessi.
Si tratta di una prima tranche di beni destinabili appartenenti al rilevantissimo patrimonio confiscato in forza di diverse misure ablatorie, penali e di prevenzione che hanno interessato questo territorio.
Terminato l’iter di verifica dei diritti dei creditori in buona fede – che potrebbe comportare la necessità di alienare alcuni beni per il soddisfacimento degli stessi – si procederà alla destinazione del restante patrimonio.
Alla conferenza hanno partecipato i Sindaci dei sette Comuni territorialmente interessati, il delegato della Regione Emilia-Romagna e dell’Agenzia del Demanio in rappresentanza delle Amministrazioni Statali.
Tutti i beni presentati hanno ricevuto manifestazioni di interesse e sono emerse progettualità di estremo rilievo per il loro riuso sociale o per la destinazione in favore delle Forze di Polizia.
I lavori, svolti alla presenza del Sottosegretario di Stato, On. Wanda Ferro, del Direttore dell’Agenzia Nazionale, Prefetto Bruno Corda, dei Prefetti di Reggio Emilia, Maria Rita Cocciufa, e Parma, Antonio Lucio Garufi, con la partecipazione degli alti vertici della Magistratura e delle Forze dell’Ordine, sono stati l’occasione per un confronto molto costruttivo con le realtà operanti sul territorio che hanno espresso vivo apprezzamento per l’iniziativa e hanno dato prova della piena condivisione delle azioni finalizzate alla restituzione dei beni alle comunità che hanno subito la presenza pervasiva della criminalità organizzata.
“La forte collaborazione istituzionale che si è realizzata anche in questa occasione – ha commentato il sottosegretario Wanda Ferro – ha una importanza fondamentale in questa che rappresenta una decisiva azione di contrasto alla criminalità organizzata. La restituzione alla comunità dei beni confiscati alle cosche mafiose è importante perché colpisce il loro potere economico, ma soprattutto ha un grande valore simbolico, perché trasforma le espressioni del potere mafioso sul territorio in luoghi di legalità e rinascita, realizzando presidi istituzionali, come caserme delle Forze dell’Ordine o strutture di Protezione Civile, o avviando progetti di rilevanza sociale come possono essere quelli rivolti a dare sostegno ai più deboli o ad affrontare l’emergenza alloggiativa.
Da calabrese tenevo molto ad essere presente a Reggio Emilia, anche per dare il messaggio che le Istituzioni sono in prima fila e mettono la faccia nel contrasto alle cosche di ‘ndrangheta, come quelle coinvolte nell’operazione Aemilia, ovunque esse decidano di condurre i propri affari criminali.”