Assegnazione alle collezioni pubbliche di beni mobili di interesse culturale

Data:
30 Giugno 2025

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La strategia dell’Agenzia Nazionale per la valorizzazione dell’asset dei beni confiscati di interesse culturale registra nuovi e significativi risultati.

L’attenzione e la sensibilità sviluppata nell’ultimo biennio in relazione al patrimonio artistico confiscato hanno consentito di raggiungere ancora una volta l’obiettivo di restituire alla collettività e alla fruizione pubblica ulteriori beni valutati di interesse artistico e storico all’esito delle verifiche di autenticità da parte dei competenti uffici del Ministero della Cultura.

Nel corso della seduta del 19 giugno u.s. il Consiglio Direttivo ha deliberato di mantenere al patrimonio indisponibile dello Stato ed assegnare al Ministero della Cultura, per essere acquisito alle pubbliche collezioni, un compendio costituito da dipinti, manifatture e arredi, confiscato nell’ambito di una misura di prevenzione disposta dal Tribunale di Milano divenuta irrevocabile nel 2023.

L’importante risultato costituisce il frutto delle molteplici sinergie avviate dall’ANBSC con altri attori istituzionali per potenziare la qualità dell’azione destinatoria e incrementarne l’efficacia di impatto. In particolare, la destinazione del compendio culturale è stata definita nell’ambito dell’accordo istituzionale tra l’ANBSC e il Ministero dei Beni culturali per l’avvio e per la definizione delle attività di verifica dell’autenticità, di attribuzione del valore economico per le opere non ritenute di interesse culturale, nonché di assegnazione agli Istituti ministeriali delle opere ritenute di interesse per le collezioni statali, tramite preventiva manifestazione d’interesse.

In tale contesto, gli approfondimenti e le verifiche condotte dal Segretariato Regionale per la Lombardia del MIC hanno consentito di accertare l’autenticità, la rilevanza storica ed artistica nonché l’interesse per il patrimonio culturale nazionale di 28 opere di diverso genere ed epoca storica. Nel compendio in argomento – ove spicca anche un’opera di Pablo Picasso (Biglietto d’auguri ad Albert Skira per i trentacinque anni delle Metamorfosi) – sono presenti infatti, tra gli altri, un ritratto del tardo barocco (Niccolò Cassana), dipinti del settecento napoletano (Lorenzo De Caro), ritratti attribuiti ad artisti della scuola spagnola del XVII secolo, una miniatura del XVII secolo (Joseph Werner), nature morte del XVII secolo (Jean Baptiste Monnoyer e del XIX secolo (Ernest Henri Ponthier de Chamaillard) un dipinto del XVIII secolo (Charles-André Van Loo), arredi di manifattura italiana, francese e del nord Europa, un arazzo delle Fiandre della prima metà del XVIII secolo, sculture, orologi da tavolo e un servizio di posate in argento vermeil.

Le citate opere sono state definitivamente destinate a raccolte museali pubbliche sul territorio nazionale (Fondazione Musei Civici di Venezia, Palazzo Chizzola Porro Schiaffinati Brescia

Pinacoteca di Brera Milano, Museo e Real Bosco di Capodimonte Napoli, Museo Boncompagni Ludovisi Roma, Museo Civico Ala Ponzone Cremona, Palazzo San Paolo Novara) per consentirne la fruizione permanente da parte della collettività.

L’attività di destinazione si inquadra nell’ambito delle recenti esperienze virtuose di cooperazione operativa interistituzionale tese a favorire la condivisione pubblica del patrimonio culturale definitivamente sottratto alla criminalità. L’impatto delle iniziative è di sicuro rilievo, consentendo la restituzione al pubblico di opere d’arte illecitamente accumulate, per attestare l’alto valore della legalità e contribuire al rafforzamento della sensibilità collettiva e dell’opinione pubblica rispetto al fenomeno criminale, essenziale per il contrasto all’illegalità e alle mafie.

«La restituzione di opere d’arte di straordinario valore storico e culturale alla fruizione pubblica – afferma il sottosegretario all’Interno con delega ai Beni confiscati on. Wanda Ferro – rappresenta uno dei segnali più forti e concreti della vittoria dello Stato sulla criminalità. Ogni bene confiscato che torna alla collettività è un simbolo tangibile della legalità che si afferma nei luoghi stessi in cui l’illegalità aveva accumulato ricchezza e potere. È fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica sull’efficacia del sistema dei beni confiscati, affinché sia compreso il lavoro complesso che sta dietro a ogni destinazione, ma anche la portata delle ricchezze che le mafie sottraggono alla collettività. La cultura, in questo contesto, diventa un presidio irrinunciabile contro le mafie, un’opportunità per restituire al nostro Paese una parte di quella bellezza che è stata illecitamente accumulata per fini criminosi»